Origine dello Yin Yoga

Lo Yin Yoga è un approccio allo yoga che nasce in tempi piuttosto recenti quasi contemporanei.
Il tutto ebbe inizio intorno agli anni’70 in America, da un’idea di Paulie ZINK campione di arti marziali e insegnante di taoismo, che per recuperare il suo fisico dallo stress degli intensi allenamenti, fuse insieme alcune posizioni di HATHA YOGA classico con il suo sapere taoista.

In questa prima fase quello che oggi siamo abituati a chiamare Yin Yoga ancora non aveva questa precisa denominazione e veniva chiamato YOGA TAOISTA, proprio perché ZINK alternava a posizioni propriamente YIN (quindi passive) anche una serie di posizioni YANG (più attive).

In seguito, negli anni ’80, fu uno dei suoi allievi, Paul Grilley, ad unire agli insegnamenti di Zink, le sue conoscenze di anatomia e medicina tradizionale cinese. Fu poi SARAH POWERS, discepola di GRILLEY, a creare negli anni’90 delle vere e proprie sequenze per stimolare l’energia lungo i MERIDIANI e a chiamare per la prima volta questo approccio allo yoga con il nome di YIN YOGA.

Cos’è lo YIN YOGA

Lo Yin Yoga è una pratica di yoga lenta e meditativa. La bellezza di questa pratica è che unisce la conoscenza riguardo al nostro corpo energetico o sottile (Qi o Prana e canali energetici), a quella scientifica ed anatomica, per dare vita ad una serie di posizioni che permettono di lavorare a livello fisico sui tessuti connettivi profondi, come la fascia, i legamenti, le articolazioni e le ossa, e a livello sottile sull’ascolto ed il rilascio.

Il lavoro sul sistema fasciale è particolarmente rilevante nello Yin Yoga. La fascia ed i legamenti difficilmente si rilassano durante una pratica dinamica. Solo quando la muscolatura è completamente rilassata e solo mantenendo la posizione per tempi lunghi (dai 2 a 5 minuti minimo), è possibile stimolare attraverso tensione, contrazione e compressione i diversi strati di un’articolazione.

Tenendo conto dell’unicità di ogni corpo umano e delle innumerevoli variazioni che esistono a livello scheletrico, in ottica Yin, non è corretto parlare di allineamenti o posizione “perfetta”. Ognuno è lasciato libero di trovare, con l’aiuto di adeguati supporti come cuscini o mattoncini, la posizione che più gli permette di “stressare” la zona del corpo obiettivo nel rispetto del suo limite.

È UN ERRORE PENSARE CHE TUTTI I CORPI POSSANO FARE TUTTE LE POSIZIONI. 

Quando si inizia a praticare Yoga di solito il nostro limite è la tensione muscolare. Se però dopo svariati anni ancora non riusciamo ad eseguire determinate posizioni, è necessario riconoscere che siamo arrivati ad un limite fisico che la natura ci ha imposto.

Molti stili di Yoga richiedono un’estrema flessibilità fisica e altri si sono invece irrigiditi in allineamenti e posizioni standardizzate, solo perché l’esigenza era quella di insegnare un determinato stile al maggior numero di allievi.
Ho sentito di numerosi insegnato di Yoga che si sono procurati lesioni anche permanenti nel tentativo di raggiungere posizioni acrobatiche per cui il loro copro non era predisposto. É questo YOGA? Come possiamo sviluppare morbidezza e flessibilità se siamo i primi a seguire una pratica rigida ed inflessibile?

Ecco, lo Yin Yoga ha aiutato molti praticanti a ritrovare una dimensione di passività ed accoglienza ormai perduta.

Tutto lo Yoga ci insegna che la base della pratica è l’ascolto. Solo con l’ascolto attento di quello che accade dentro di noi a livello fisico, emotivo e mentale, possiamo progredire nel percorso di conoscenza che lo Yoga rappresenta.

E voi avete trovato il vostro livello di “stress”/stimolazione ottimale?