shiva finale

Maha Shivaratri, la Grande Notte di Śiva – Marzo 2019

Oggi Lunedì 4 marzo si festeggia Maha Shivaratri, la Grande Notte di Śiva, una festività molto importante che segna l’entrata nella primavera.

Śiva viene adorato nella sua forma di Pashupati, il Signore degli Animali, uno dei culti più antichi di cui abbiamo testimonianze nei ritrovamenti di Mohenjo Dharo risalenti al 3800 a.C.

Le origini dello Shivaismo e i culti legati all’adorazione del linga, il fallo di Śiva, del toro e della Signora delle Montagne si perdono nella notte dei tempi. Un grande movimento culturale che va dall’India alla Cina all’Europa ha Lugo nel VI millennio a.C. Immagini del Dio-toro o del dio-cornuto, signore degli animali, si trovano nella tradizione preceltica e minoica. Nozioni come quelle di Yin e Yang (trascrizione cinese dei vocaboli sanscriti Yoni,vulva e Linga, fallo) ossia il maschile ed il femminile abbracciati, non sono distanti dall’immagine del linga racchiuso nel ricettacolo/yoni, e indicano l’influenza dello sivaismo sul pensiero cinese.


É stato Śiva a insegnare il metodo Yoga con il quale gli esseri umani possono conoscere sé stessi, realizzarsi e comunicare con gli esseri sottili, piante, animali e Dei. Insegnò anche la danza e e la musica che portano all’estasi.
La cosa spettacolare è che solo in India si sono mantenuti vivi senza interruzione, dalla preistoria ai giorni nostri, i culti della tradizione sivaita. 

Śiva Ratri è la notte sacra dell’anno in cui intendiamo svegliare la nostra realtà interiore e le connessioni con tutta la vita. La presenza sempre sveglia di Lord Shiva è più accessibile in questo momento.
Una notto propizia per meditare, osservare il nostro vero Sé oltre il corpo e la mente che sono solo strumenti di espressione nei mondi manifesti. Tutto ciò che vediamo è solo un riflesso del potere di Śiva. La beatitudine di Śiva è lì per tutti per sperimentare e rimuovere tutte le tenebre!

BUON MAHASHIVARATRI!

Liberamente tratto da:
“Siva e Dioniso: La religione della natura e dell’eros” di Alain Daniélou